Storia e cultura

Porta Sanfior

Porta San Fiore – del 1587 e la porta principale di Albona. Sopra dominano lo stemma di Albona ed il leone della Serenissima. Un cannone del tempo d’Austria e stato messo, per la seconda volta, sul Torrione nel 1995.

porta sanfior

Palazzo barocco della famiglia Battiala Lazzarini

Il palazzo barocco della famiglia Battiala-Lazzarini, oggi riassettato in museo civico. I suoi ultimi proprietari, i conti Lazzarini, i quali avevano più propietà nell’Albonese, l’ abbandonarano dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Chiesa a tre navate della Natività della Beata Vergine Maria

Collezione memoriale dedicata a Mattia Flacio Ilirico

La collezione memoriale dedicata a Mattia Flacio Ilirico (Matthias Flacius Illyricus, Albona, 03 marzo 1520 – Francoforte sul Meno, 11 marzo 1575) è stata inaugurata il 22 dicembre 1975, in occasione dei 400 anni dalla morte di Flacio, negli spazi al primo piano del palazzo Francovich nel centro storico di Albona.

Mattia Flacio Ilirico, celebre riformatore, teologo protestante, storico della chiesa, filosofo e filologo, è nato ad Albona nel 1520, a sedici anni è andato a studiare a Venezia dove sotto l’influenza di suo cugino, Baldo Lupetino, aderì al protestantesimo. Ha trascorso gran parte della sua vita in Germania come professore di teologia, lingua greca ed ebraica, dove divenne presto uno dei più stretti collaboratori del riformatore Martin Lutero. Durante la sua vita ha scritto più di duecento libri, opuscoli e altre opere, tra cui le più significative sono Clavis Scripturae Sacrae, Catalogus Testium Veritatis e Ecclesiastica Historia (più nota come «Centurie di Magdeburgo»).

Nella Collezione memoriale dedicata a Mattia Flacio Ilirico, le fotografie e le leggende mostrano in ordine cronologico la biografia di Mattia Flacio, le città in cui ha vissuto e operato, i contemporanei con cui ha collaborato e la sua significativa attività teologica e scientifica. Nelle teche sono esposte copie di esemplari della sua ricca opera di scrittore, un posto particolare è occupato da Clavis Scripturae sacrae, Le centurie di Magdeburgo, Catalogus Testium Veritatis e Glossa. Ciò che rende particolare la collezione è l’interpretazione artistica della figura e delle opere di Mattia Flacio: la copia del ritratto di Flacio realizzata a Jena secondo l’originale dal pittore Eugen Kokot, come pure il suo quadro a parete del paesaggio istriano, realizzato secondo il modello del cartografo Pietro Coppa del 1525, quindi i busti di Mattia Flacio Illirico e Baldo Lupetino realizzati dallo scultore Mate Čvrljak, e il medaglione a rilievo di Flacio, opera di Želimir Janeš.

Al piano terra del palazzo Francovich si trova un lapidario con iscrizioni e stemmi medievali rinvenuti ad Albona e nei dintorni.

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Sulla strada che porta al cimitero di Albona si trova la chiesa di Santa Maria Maddalena, una piccola cappella gotica ad una navata, di pianta quadrata e realizzata con volta a botte ogivale. Sulla facciata sopra il portale si trova un rosone traforato all’interno di una lastra di pietra quadrata. La chiesa è stata eretta nel XIV secolo, mentre il loggiato è stata costruito nel XVII secolo. In occasione di un restauro, all’interno della chiesa sono stati scoperti i resti di due strati di affreschi, risalenti al XIV secolo e al tardo XV secolo, che probabilmente mostravano la vita di qualche santo.

Nel XV secolo la chiesa finisce sotto la tutela della famiglia albonese degli Scampicchio, nell’archivio della quale si menziona nel 1477. Fino al XVII secolo fungeva da cappella funeraria poiché accanto alla chiesa era collocato un cimitero per la nobiltà di Albona. La Chiesa di Santa Maria Maddalena è stata ristrutturata nel 2011.

Galleria d’arte civica di Albona

La Galleria d’arte civica di Albona fa parte del sistema dell’Università popolare aperta di Albona, opera come spazio espositivo del Museo civico di Albona. Si trova nel centro storico, nell’ex palazzo Luciani in prossimità della chiesa parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria, e di fronte al Museo civico di Albona, palazzo Battiala – Lazzarini, e la cappella di Santo Stefano. Palazzo Luciani nel tempo ha subito ricostruzioni e alterazioni, oltre al carattere residenziale, il pianterreno si utilizzava per vari scopi commerciali (per un periodo come atelier e spazio espositivo dell’artista albonese Orlando Mohorović). Del palazzo originale è rimasto il portale con il blasone che riporta il rilievo di un luccio sullo scudo, simbolo della famiglia Luciani. Inoltre, l’architrave, che un tempo costituiva il portale di ingresso alla parte posteriore abbattuta del palazzo, oggi fa parte dell’allestimento permanente dell’atrio del Museo civico di Albona. Inizialmente, dagli anni ’60 del secolo scorso, l’attività espositiva ad Albona si svolgeva nello spazio della galleria per le mostre temporanee del Museo civico di Albona. Con la fondazione della Galleria civica alla fine del 1999, Albona riceve uno spazio separato per la presentazione annuale dell’arte contemporanea. La galleria ha cominciato la sua attività con l’inaugurazione del 30 dicembre 1999, con la replica della mostra “10° atelier di Albona” – gruppi informali di artisti di Albona di varie generazioni raccolte intorno al Museo civico di Albona, inizialmente tenuta nel 1978 in tale spazio. La galleria è principalmente impegnata nell’esposizione di opere di vari media dell’arte contemporanea, mostrando il lavoro di artisti affermati, ma anche di artisti che fanno parte delle generazioni più giovani che agiscono a livello locale, nazionale e internazionale. Ogni anno si tengono una decina di mostre individuali e collettive.

La loggia

La loggia – sotto la cui arcata, nel passato, si svolgeva la vita quotidiana, si annunciavano le novità, le sentenze e i contadini alla domenica e nei giorni di sagra ballavano. Costruita verso il 1550, fu adibita negli anni trenta di questo secolo a lapidario. Davanti alla loggia si trova la gogna.

Campanile di San Giusto

Il campanile di San Giusto dista circa 50 m dalla chiesa parrocchiale della Beata Vergine Maria e si trova accanto a Fortica, il punto più alto di Labin. Fu costruito nel 1623 dopo un grande incendio alle fondamenta dell’ ex chiesa si San Giusto. Reliquie di San Giusto furono trasferite

da Trieste ad Albona nel 1524. La chiesa di San Giusto è l’edificio sacro più antico di Labin. Si presume che sia stata costruita alla fine del VI secolo e durante la migrazione delle persone nel VII secolo (611) gli slavi la demolirono e la bruciarono. Fu costruita nel X secolo e oggi dei suoi

resti esiste solo il muro della facciata. Il campanile è alto 35 metri. Le aperture in due parti per le campane, le bifore, sono piuttosto strette e sopra di esse ciascuno dei quattro angoli è decorato con punte di pietra. In cima al campanile si trovano un tamburo ottagonale e una piramide. Il

campanile ha due campane, una più piccola e una più grande. È stato ristrutturato nel 2015.

Fin dalla sua esistenza, il campanile è stato e rimane un segno riconoscibile e simbolo della città di Albona. Le sue campane suonavano come un segnale di avvertimento del tempo imminente; la campana veniva suonata ai funerali, agli incidenti in miniera…

Parco di sculture Dubrova

Collezione di opere d’arte sacra

La chiesa della confraternita di Santa Maria Consolatrice o Santa Maria della Salute (chiesa dell’Assunzione di Maria) si trova sulla salita che va verso il centro storico di Albona, ed è stata costruita nel 1426. Ampliata nel 1537 durante l’amministrazione del castaldo Iacopo Sracosich, l’attuale aspetto e il loggiato li ha ottenuti nel 1622 al tempo dell’amministrazione di Giovanni Pietro Tagliapietra, la cui tomba con lo stemma si trova nella chiesa, a sinistra dell’altare. Nella chiesa e nel loggiato si trovano ancora una quindicina di tombe delle famiglie di Albona (p.es. Puldrugo, Francovich, Dragogna, Zupanich, Palisca). Nella parte centrale della chiesa si trova un armonioso altare barocco con una statua in pietra della Vergine con il Bambino, datata 1697 e un ciclo di statue in legno policromate raffiguranti la Vergine e Santa Maddalena, gli apostoli Matteo, Giovanni, Taddeo, Filippo, Paolo, Pietro, Simone, Tommaso, Andrea, Bartolomeo, Giacomo il Maggiore e Giacomo il Minore, un tempo posti a formare l’iconostasi nel tramezzo dell’altare che separava la chiesa in due spazi unitari.

Nelle pareti laterali interne della chiesa è collocato un ciclo di nove grandi tele ad olio dedicate alla Vergine, cominciato con grande probabilità nella prima metà del XVII secolo, e attribuito all’autore Antonio Moreschi, pittore che ha realizzato tali opere secondo lo spirito della tradizione pittorica veneziana.  I quadri raffigurano alcune parti salienti della vita della Vergine (la Nascita della Vergine, la Presentazione della Vergine al tempio, l’Annunciazione, il fidanzamento della Vergine, la visita della Vergine ad Elisabetta, la Vergine nella gloria o Immacolata concezione, la Purificazione della Vergine o la Circoncisione di Gesù, l’Assunzione della Vergine o la Morte della Vergine, l’Incoronazione della Vergine).

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